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ci vogliono piazzare NON una centrale nucleare bensì un sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari detto papale papale: CI USANO COME PATTUMIERA D’ ITALIA...I RIFIUTI DELLE CENTRALI NUCLEARI CE LI PIAZZANO QUA!
a detta degli esperti i siti di stoccaggio di scorie nucleari sono molto più dannosi delle vere e proprie centrali nucleari. per i soliti motivi ambientali.
CI PISCIANO ADDOSSO E CI DICONO CHE STA PIOVENDO!!!
”chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”
2 ore sull’amianto a Casale Monferrato( dove ho vissuto 20 anni) e altri paesi.
E’ stato raccapricciante sentire le testimonianze di tutti, mi è preso un nodo allo stomaco, anche xkè viverle in prima persona e rivedere il tutto in Tv è stato pazzesco,quasi irreale.
Cari potenti che avete fatto i soldi sulla povera gente, non ci ridaranno i parenti morti ma a voi vi dobbiamo lasciare in mutande,mettervi in galera e buttar via la chiave!!
”Si, e’ vero, ho una BMW ma solo perche’ BMW sta per Bob Marley and the Wailers e non perche’ mi piacciono le automobili di lusso.” -Bob Marley- ***21-12-06***........PIS en LOV en RISPETT
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22/09/08 12:20
Leggete cosa succede nel mio Paese:
A Nardò un sito per le scorie radioattive. Grazie a Berlusconi e a chi lo ha votato Scritto da Redazione Nardò lunedì 22 settembre 2008 NARDO’ - ”Scorie radioattive: un deposito a Nardò”. L’ha detto Maria Rosaria Manieri, della direzione nazionale del Psi, a Vieste (Foggia) nel corso della festa nazionale del partito. Secondo Manieri - che rivolge un appello al presidente della Regione Nichi Vendola e al ministro Raffaele Fitto perché intervengano - nel Leccese confluirebbero ”le scorie delle 13 centrali nucleari”.
”Il governo, in barba al federalismo e al piano energetico della Regione Puglia, ha già deciso non solo che si torna al nucleare ma anche i siti, sia per le centrali nucleari sia per le scorie, e due di questi sono previsti in Puglia, che viene indicata come una regione avanzata in Italia, con un piano energetico che punta molto sulle energie alternative”. Lo ha dichiarato Maria Rosaria Manieri, della direzione nazionale del Partito Socialista, a Vieste nel corso della festa nazionale del partito.
Manieri rivolge un appello, condiviso dal segretario nazionale dei Verdi, Grazia Francescato, intervenuta alla kermesse socialista, perchè ”il presidente della Regione svolga un’azione energica, ma soprattutto al ministro Fitto, che è della Puglia”.
”Uno dei siti - ha aggiunto Manieri - è previsto nel Salento, che quest’anno è un fenomeno turistico rilevato a livello internazionale”. In questo ”sito che è a Nardò, in provincia di Lecce - ha concluso - farebbero confluire le scorie delle 13 centrali nucleari che non riescono a smaltire altrove. Sarebbe un disastro per il Salento, che ha una vocazione turistica emergente, e soprattutto non si dà sicurezza in un pubblico dibattito per trovare una soluzione condivisa con le popolazioni locali”.
fonte: Gazzetta del Mezzoggiorno
Partono i treni carichi da Lecce...nella valigia lacrime e amarezze!!!
Sud Soun System a Veglie il 28 Settembre contro la realizzazione del mega sansificio nel Parco del Negroamaro. Appuntamento alle 18 in Piazza Umberto I.
Da quando abbiamo iniziato la campagna contro gli ”UNTORI” del Sud, la nostra mentalità sta cambiando per fortuna!!! L’UNIONE FA LA FORZA ed ecco cosa succede:
Il Tar: «Sì al referendum popolare per chiudere l’Ilva di Taranto» di SABRINA ESPOSITO TARANTO - Diventa più tangibile l’ipotesi di un referendum cittadino sull’Ilva. Il Tar di Lecce ha infatti accolto il ricorso presentato dal comitato ambientalista «Taranto futura», rappresentato dall’avvocato Nicola Russo, ricorso con il quale veniva chiesto che il Comune provvedesse ad avviare il procedimento referendario per far esprimere i cittadini sulla opportunità o meno di chiudere lo stabilimento Ilva o, quantomeno, di dismettere l’area a caldo, salvaguardando l’occupazione attraverso mirati processi di riconversione. A tale richiesta, presentata nel mese di dicembre del 2007 in una diffida, il Comune aveva risposto di essere sprovvisto del regolamento attuativo dello statuto e che comunque era stato dato incarico al dirigente di provvedere in tal senso. Cosa che invece non sarebbe mai avvenuta, nonostante i solleciti rivolti dal Comitato ricorrente. Il Tar di Lecce, interpellato nella questione, si è espresso in senso favorevole a «Taranto Futura», individuando nel comportamento dell’ente civico una violazione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione e una lesione del diritto dei cittadini di Taranto a poter esprimere la propria opinione in una materia, quella ambientale, di vitale interesse per la qualità della vita dei cittadini stessi. Il giudice amministrativo ha così disposto che il Comune di Taranto provveda, nel termine di novanta giorni dalla comunicazione o notifica della sentenza, ad avviare l’iter necessario all’indizione del referendum consultivo, ponendo in essere gli adempimenti necessari e propedeutici, approvando in particolare il regolamento previsto dall’articolo 52 dello statuto dell’ente. Il Tar ha anche condannato il Comune al pagamento delle spese di giudizio, pari a 750 euro. Intanto, l’avvocato Russo, avverte: «Il referendum si farà e che nessuno pensi che arretreremo di un solo passo nella nostra decisione». Sempre restando in argomento, appena un mese orsono il Tar aveva emesso un’ordinanza sospensiva a seguito di un altro ricorso presentato da Taranto Futura, nel quale si chiedeva espressamente l’annullamento dell’accordo di programma tra Ilva e gli enti locali in materia ambientale. In questa occasione il giudice amministrativo aveva chiaramente affermato l’obbligatorietà per la pubblica amministrazione di adottare i parametri internazionali riguardanti i limiti massimi di emissione di diossina, fissati in 0,4 nanogrammi per metro cubo, a fronte dei 10 stabiliti dal codice ambientale italiano. La Regione, secondo l’avvocato Russo, avrebbe a disposizione due strumenti per uniformarsi all’ordinanza del Tar: emettere un proprio regolamento modificativo (strada scelta, tra l’altro, dalla regione Friuli Venezia Giulia in un caso similare), oppure emanare una legge regionale che imponga parametri più restrittivi alle emissioni inquinanti rispetto alla normativa nazionale.
spero che il referendum a Taranto si faccia, ma non ci conto tanto sul buon esito... l’ ILVA fa mangiare quasi i 2/3 della cittàdinanza di Taranto. (e ne fa morire altri e tanti ovviamente...)
”chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”
per adeguare gli impianti la vedo un’ impresa fin troppo difficile. dovrebbero ridurre anche la produzione di acciaio e cemento perchè attualmente le emissioni di Co2 sono 420 il limite consentito. quindi non basterebbero dei lavori di adeguamento (magari!!!)
vogliamo parlare del protocollo di Kyoto? nel 2012 se non ci siamo adeguati alle condizioni di quel sacrosanto protocollo io emigro!!! le sanzioni per un’ eventuale (certo in Italia) sforamento delle condizioni del protocollo sono così alte che le bollette le lascio pagare a voi, io emigro in finlandia, danimarca, svezia...
”chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”
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06/10/08 17:19
vagnù puru ieu penzu ca lu referendum andrà a finire male xk al sud spesso le persone sn unike a lavorare in una famiglia e se viene disoccupato l’unico membro k lavora cm si fa a vivere?????? nn possiamo dargli torto a qst povere persone. poi le persone spesso se ne fregano del territorio e di qll k succete tipica mentalità purtroppo della gente del sud...... cmq bisognerebbe fare qualcosa intanto x ottenere il referendum e poi si vedrà sulla conseguenza
Parliamo di ambiente.... e cerchiamo di non farci prendere da atteggiamenti personali stizziti e avventati. Sul forum ci si scambiano notizie e si ragiona in serenità.
Il 20 settembre Nando ha postato una news sulle ricerche nascoste a Taranto: ieri il direttore dell’ARPA Puglia (Agenzia Regionale Protezione ambientale) durante la tavola rotonda al terzo convegno sul particolato atmosferico ha denunciato l’atteggiamento di omertà del Ministero della Sanità che non voleva pubblicare le 17 ricerche effettuate dal ministero dell’Ambiente sulla qualità dell’aria di Taranto.
«Ora quelle stesse ricerche sono pubblicate sul sito dell’Arpa Puglia – sottolinea il direttore Assennato – ma nonostante fossero già state rese pubbliche attraverso pubblicazioni scientifiche, per ’mala burocrazia’ i due ministeri si rimpallavano la responsabilità della pubblicazione».
I dati delle ricerche mettono in evidenza come le emissioni industriali nell’aria di Taranto siano direttamente responsabili della quantità di polveri sottili e diossina che soffocano la città, un risultato che invece deve assolutamente essere in possesso dei cittadini.
altra triste notizia per il nostro ambiente e la nostra salute: la ”scoperta” di una distesa di amianto a Campi Salentina (Le). si tratta in un edificio (ex manifattura tabacchi) ormai in disuso da tantissimi anni ma mai bonificata. solo ora ci si accorge che ”forse” tutto quell amianto potrebbe nuocere pesantemente agli abitanti. (notizia del Tg3 della Puglia)
eppure io non credo che l’edificio visibilmente ricoperto di amianto sia stato notato solo in questi giorni...
la musica pe mie ete la prima… emozione ca la gente avvicina
«Sì» al referendum: Taranto deciderà su chiusura Ilva TARANTO – La sezione di Lecce del Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato dal Comitato cittadino «Taranto Futura», emettendo un provvedimento con il quale intima al Comune di Taranto di organizzare entro 90 giorni il referendum consultivo che riguarda le ipotesi di chiusura totale o parziale dell’Ilva.
Il referendum chiede ai cittadini di esprimersi sulla scelta di una chiusura totale dello stabilimento con la salvaguardia dei livelli occupazionali da impiegare in settori alternativi, o parziale, della sola area di lavorazione a caldo, con lo smantellamento dei parchi minerali che riversano polveri sul quartiere Tamburi.
«Il Tar – ha osservato l’avv.Nicola Russo, portavoce del Comitato – ha condannato il Comune al pagamento delle spese processuali e ha evidenziato la violazione, da parte dell’ente locale, dell’art. 21 della Costituzione, ovvero la violazione del principio della libertà di pensiero in quanto ha impedito, ad oggi, ai cittadini, di esprimere il proprio pensiero sull’inquinamento e sull’ipotesi di chiusura dell’Ilva».
4/10/2008 Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno On Line
Legambiente invita tutti gli enti locali d’Italia a vietare su tutto il territorio di loro competenza l’installazione di centrali nucleari.
Questa la prima mossa della mobilitazione nazionale di Legambiente ”Per il clima, contro il nucleare”, in risposta alla decisione del governo di riaprire la partita dell’energia atomica.
Il primo appuntamento e’ per domani in Emilia Romagna a Piacenza, quindi l’11 ottobre in Campania a Sessa Aurunca, il 18 a Manduria in Puglia, il 24 nel Lazio a Latina, il 25 a Vasto in Abruzzo, il 7 e l’8 novembre a Palermo, il 13 a Potenza, il 18 a Genova e il 21 a Trento. (notizia ANSA).